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Fibra FTTH a 2,5 o 10 Gbps: si può davvero sfruttare o è tutto marketing?

Tecnologia

MC

MC

26/10/2022

Gli operatori di telecomunicazioni italiani presentano offerte in fibra FTTH a 2,5 Gbps e 10 Gbps. Ma è davvero possibile sfruttarle al massimo del loro potenziale?

 

Con l’arrivo del 2022 le principali “TELCO” hanno fatto a gara per proporre ai loro utenti raggiunti dalla fibra FTTH nuovi contratti con velocità di trasferimento dati fino a 2,5 Gbps su architettura GPON e fino a 10 Gbps su XGS-PON che FiberCop e Open Fiber offrono agli operatori di telecomunicazioni partner in alcune aree del Paese.

Quanto c’è di marketing in tutto questo? Un po’. Il concetto è che sull’albero in fibra vengono oggi connesse fino a 64 utenze nel caso di GPON (fattore di splitting 1:64) tranne che nelle aree bianche dove Open Fiber è intervenuta per realizzare la rete (qui il fattore di splitting scende a 1:16).

Ciò significa che di norma la banda disponibile (ad esempio i 2,5 Gbps) sono suddivisi tra 64 utenze connesse a valle: calcolatrice alla mano, resterebbero meno di 40 Mbps per ciascun utente se tutti impegnassero contemporaneamente il canale alla sua massima capacità.

Questo per far capire che anche la fibra si satura in determinate circostanze e che i valori pubblicizzati in sede pre-contrattuale vanno presi sempre con le pinze.

Fatta questa breve premessa, se si attiva una connessione che prevede banda in downstream oltre 1 Gbps il provider deve logicamente offrire un apparato (ONT o router con ONT SPF+ integrato) capace di gestire il profilo attivato dal cliente.

In altre parole, se l’abbonato ha stipulato un contratto che prevede una velocità di trasferimento dati fino a 2,5 o 10 Gbps gli devono essere forniti dispositivi compatibili.

Se, con riferimento alla delibera AGCOM 348/18/CONS in tema di modem libero, l’utente non volesse utilizzare il router fornito dall’operatore di telecomunicazioni questi dovrà attrezzarsi con un dispositivo adeguato a supportare la connessione ultrabroadband. Il dispositivo dovrà quindi disporre almeno di una porta WAN a 2,5 Gbps o 10 Gbps per non creare subito un collo di bottiglia.

Tornando al punto focale dell’articolo. la banda indicata va intesa sempre come il valore teorico massimo disponibile in ingresso sul cavo fibra (tenendo ben presente quanto osservato in precedenza in merito al fattore di splitting e ad altri elementi come la struttura e lo stato della rete del singolo provider…); spetta all’operatore fornire un apparato (ONT o router con modulo SPF/SPF+ integrato) per raggiungere i 2,5 Gbps o i 10 Gbps teorici con XGS-PON.

Nel caso della sua Magnifica su XGS-PON TIM offre un router dotato di connettore ottica a 10 Gbps ma anche una porta Ethernet a 10 Gbps (le altre sono classiche Gigabit Ethernet).

Tutto dipende poi dalla dotazione hardware dell’utente: in ambito consumer, ancora per un bel po’ di tempo, difficilmente troveremo sul mercato dispositivi con più porte LAN 2,5 Gbps o addirittura 10 Gbps. La questione è essenzialmente di costi; a ciò va aggiunto il fatto che gran parte delle schede di rete montate sui dispositivi client sono a 1 Gbps e va infine considerata la tipologia e la lunghezza del cavo Ethernet di collegamento.

La vera novità, sulla quale pochi si sono concentrati, è che adesso le connessioni in fibra FTTH mirano a portare 1 Gbps per singolo dispositivo collegato al router invece che per ogni utenza

 

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